Istituito nel dicembre 2023 dal Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente del CNR, il gruppo di lavoro “Fondali marini” è costituito da 15 ricercatori e ricercatrici provenienti da numerosi istituti del CNR.

L’Oceano occupa il 71% della Terra corrispondente a circa 362 milioni di chilometri quadrati della superficie totale del nostro pianeta, ma solo una piccola frazione (25%) dei fondali marini è stata mappata mediante osservazioni e misurazioni dirette. Nonostante questa sostanziale mancanza di conoscenza, la concomitanza del progresso tecnologico offshore e dell’esaurimento delle fonti terrestri ha spinto la ricerca e lo sfruttamento di risorse naturali fino alla frontiera dei fondali marini profondi. L’interesse delle industrie offshore è in aumento in campi come i parchi eolici di profondità, l’estrazione di minerali dai fondali marini profondi, l’energia geotermica e gli acquiferi offshore, lo stoccaggio della CO2, nuovi composti bioattivi provenienti da organismi presenti in particolari habitat profondi. Dato che l’Oceano rimane in gran parte sconosciuto, gli scienziati e la società civile hanno chiesto una moratoria su alcune di queste attività per consentire alla comunità internazionale di raggiungere una comprensione scientifica completa delle profondità marine prima che lo sfruttamento dei suoi fondali raggiunga livelli simili a quelli del suolo e sottosuolo terrestre. Infatti, man mano che cresce la capacità di industrializzare gli oceani, gli ecosistemi dei fondali marini si trovano ad affrontare pressioni crescenti e cumulative da parte delle attività umane che si sommano agli effetti del cambiamento climatico, dell’acidificazione degli oceani, dell’inquinamento da plastiche, dell’interruzione della connettività ecologica dovuta alla presenza e attività di infrastrutture offshore e al verificarsi di disastri naturali come eruzioni e frane sottomarine. Nel prossimo decennio, i settori emergenti e innovativi dell’economia blu aggiungeranno con ogni probabilità ulteriori fattori di stress antropici su questi  ecosistemi, intesi nel senso più ampio del termine, e aumenteranno i conflitti d’uso degli ambienti marini profondi e di mare aperto. La capacità di anticipare gli effetti e gli impatti di queste industrie e di progettare misure di protezione dipende in gran parte dalla comprensione di come i processi dei fondali marini si evolvono nel tempo e interferiscono con le attività umane. La ricerca scientifica, l’accesso equo ai dati e alla digitalizzazione degli stessi, i processi decisionali basati sulla conoscenza sono universalmente riconosciuta come fattori chiave per migliorare la gestione delle risorse naturali e, nel caso specifico, accelerare la transizione verso un’economia blu sostenibile. Inoltre, gli impatti ambientali per loro natura trascendono i confini marittimi, e benché la comunità internazionale abbia adottato finora diversi strumenti giuridici di carattere settoriale o regionale, il quadro giuridico per l’uso sostenibile, la protezione e la conservazione combinati delle risorse biologiche e minerali marine rimane ancora altamente frammentato e richiede un approccio olistico.

Questo GdL si concentra sui processi naturali che si verificano sul fondale e sottofondo marino, all’interfaccia tra il fondale marino e la colonna d’acqua, sulla distribuzione delle risorse naturali e sulla varietà degli impatti antropici che si verificano e accumulano sul fondale. I dati e le metodologie considerate dal GdL comprendono sistemi di osservazione che integrano piattaforme fisse, sistemi autonomi di superficie e sommergibili, sistemi di telerilevamento
come satelliti e aerei e navi oceanografiche, queste ultime rappresentate principalmente dalla nave da ricerca Gaia Blu del CNR. Il GdL intende infatti rafforzare il ruolo del CNR nella scienza, ricerca e innovazione oceanica per garantire la transizione verso un’economia blu sostenibile e basata sulla scienza, in linea con il Partenariato europeo per un’economia blu climaticamente neutra, sostenibile e produttiva (European Partnership for a climate neutral, sustainable and productive Blue Economy, Horizon Europe – Cluster 6 – Destination 7 HORIZON-CL6-GOVERNANCE), coordinato
dall’Italia.

Argomenti chiave

Mappatura dei fondali marini e cartografia marina
Circolazione di fluidi all’interfaccia del fondo marino – impatti sui cambiamenti globali, gli ecosistemi e le risorse minerarie
Distribuzione e concentrazione dei contaminanti classici ed emergenti sui fondali marini
Interazione tra processi naturali marini e attvità umane
Sviluppo delle energie rinnovabili – studi di fattibilità e modelli di idoneità e sostenibilità
Nature-Based Solutions per la protezione delle coste
Esplorazione e gestione delle risorse idriche sottomarine

Ripristino, protezione e conservazione del mare profondo
Integrazione tra diverse tecniche di telerilevamento multi-piattaforma e multi-scala (es. satellitare e in-situ)
Tecnologie innovative per l’esplorazione dei fondali marini
Soluzioni IA attuali e future per l’interpretazione assistita di dati geofisici marini
Archiviazione, gestione e accesso ai dati dei fondali marini – data FAIRness

Impatto scientifico e sociale

1. Migliorare l’integrazione delle osservazioni sui fondali marini in soluzioni digitali al fine di gestire le risorse e definire
gli impatti ambientali e antropici in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo e delle priorità dell’Europa digitale.
2. Raccogliere e distribuire dati, prodotti e tecnologie digitali sui fondali marini in modo che siano accessibili, interoperabili e utilizzabili con Gaia Blu per aumentare il collegamento della ricerca marina italiana sui fondali marini con i programmi Copernicus (Cluster 4) ed ESA; contribuire allo European Open Science Cloud (EOSC) e all’Ocean Digital Twin seguendo i principi FAIR.
4. Migliorare il processo decisionale basato sulla conoscenza attraverso l’uso e l’accesso ai dati e alle informazioni sui fondali marini.
5. Contribuire all’Ocean Literacy, a sostegno della UN Decade of Ocean Science for Sustainable Development, del progetto NF-GEBCO Seabed 2030 per la mappatura batimetrica completa dei fondali oceanici entro il 2030, della missione europea “Ocean, seas and water”.

Contatti e Iniziative

Per informazioni o proposte puoi scriverci all’indirizzo e-mail gdl-fondalimarini@cnr.it

Componenti GdL:

Coordinatore: Dr.ssa Marzia Rovere (ISMAR)

Componenti:

Dr.ssa Federica Foglini (ISMAR)
Dr.ssa Elena Gissi (ISMAR)
Dr. Salvatore Passaro (ISMAR)
Dr. Giuseppe Suaria (ISMAR)
Dr. Giovanni De Falco (IAS)
Dr. Giorgio Tranchida (IAS)
Dr.ssa Elena Manini (IRBIM)
Dr.ssa Nora Tassetti (IRBIM)
Dr. Alessandro Bosman (IGAG)
Dr. Marco Cuffaro (IGAG)
Dr.ssa Eleonora Martorelli (IGAG)
Dr.ssa Angelina Lo Giudice (ISP)
Dr. Paolo Montagna (ISP)
Dr.ssa Valentina Marzia Rossi (IGG)

Segreteria tecnico-scientifica: Dr.ssa Maria Elena Martinotti (DSSTTA)