Il Laboratorio “Testa Grigia” situato a Plateau Rosà, nel gruppo del Cervino, svolge un ruolo strategico per l’osservazione e lo studio dei processi climatico-ambientali. La gestione della stazione è affidata al Dipartimento a partire dal 2019.

Stazione di ricerca “Testa Grigia” vista dallo sbarco della funivia della “Cervino Spa” che da Cime Bianche Laghi porta al Plateau Rosa a quota 3480 mslm. In color alluminio il “modulo alloggi” mentre dietro in alto la parte di terrazzo a “cielo aperto” sovrastante il modulo laboratori.

Nel laboratorio principale, risistemato nel corso dell’estate 2021, ed in fase di messa a punto, sono attive misure di:

  • Aerosol size distribution (condotte da CNR-ISAC e CNR-ISP)
  • CO2, CH4, (RSE – Ricerca di Sistema Energetico)
  • Radiazione cosmica (INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare)

Storia della stazione

Fu inaugurato nel 1948 sotto la direzione scientifica di Gilberto Bernardini ed Ettore Pancini, che insieme a Marcello Conversi, Edoardo Amaldi, Enrico Fermi ed altri fisici lo realizzarono per lo studio dei raggi cosmici, grazie anche al sostegno di varie industrie dell’epoca. Infatti, come si legge in documenti dell’INFN di Torino (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), la FIAT, interessata in quegli anni anche alla ricerca di base ed all’uso pacifico dell’energia nucleare, partecipò, con il CNR, alla costruzione del laboratorio per lo studio dei raggi cosmici della Testa Grigia, inaugurato l’11 gennaio 1948. È quindi un luogo ancora oggigiorno, considerando i tempi pionieristici di allora, carico di storia e di grande valore scientifico.

Stazione di ricerca “Testa Grigia” vista dalla partenza della pista da sci che dal Plateau Rosa (quota 3480 mslm) consente di arrivare a Cervinia o Zermatt.

Dal 1989 il CNR ospita alla Testa Grigia attività di RSE – Ricerca di Sistema Energetico (già CESI – Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano) che avviò il monitoraggio della CO2 ed altri gas serra divenendo una delle stazioni regionali del programma Global Atmospheric Watch del World Meteorological Organization, GAW-WMO e oggi anche inclusa nel programma europeo ESFRI-ICOS, Integrated Carbon Observation System. Al tempo stesso è proseguito il monitoraggio dell’andamento del flusso dei raggi cosmici da parte di INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica ed INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e lo studio dell’anomalia Magnetica del Sud Atlantico (SAA, South Atlantic Anomaly), dedicato principalmente alla misura della dose dovuta ai neutroni dei raggi cosmici secondari.

Le osservazioni sono proseguite nei decenni successivi ed il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha utilizzato il Laboratorio, oltre che per studi sulla radiazione cosmica, anche per osservazioni atmosferiche, tra cui misure di ozono troposferico. Dal 2019 la gestione è affidata al Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente – DSSTTA.

Le attività di misura in corso

Dalla presa in carico della stazione da parte, il Dipartimento ha affidato a Eros Mariani e Paolo Bonasoni rispettivamente la responsabilità tecnica e quella scientifica del Laboratorio. Il personale di ricerca degli Istituti ha riavviato le proprie attività osservative con misure in real-time della distribuzione dimensionale del particolato atmosferico e programmato per gennaio l’installazione di un etalometro per misure di particolato assorbente (es. black carbon). Queste misure permetteranno di raccogliere importanti informazioni dal punto di vista climatico, considerando che il black carbon è un composto clima-alterante; se depositato sui ghiacciai, può favorire l’assorbimento della radiazione solare ed IR, e come una “coperta riscaldante” accrescere la fusione dei ghiacciai e delle aree innevate.